Il carisma
I lineamenti di spiritualità e di missione che costituiscono la nostra vera identità nella Chiesa si ispirano e si rivestono di alcune espressioni evangeliche che sentiamo particolarmente “su misura” e perciò luce ai nostri passi e nutrimento dello spirito. E mentre ci rivelano la presenza di Dio e il Suo grande Amore nel presente e nel passato della nostra storia, ci orientano verso il futuro con la gioia e l’entusiasmo di chi, avendo intravisto un ideale, spera vivamente di poterlo raggiungere.
È il mistero pasquale di morte e resurrezione, che Gesù ha attuato per primo donando se stesso, perchè ricevessimo la vita, ma è anche il mistero della primavera della nostra Congregazione, che ha visto realizzare questa Parola del Signore al momento dell’Unione tra i due Istituti, dopo che i nostri primi passi nella Vita Religiosa venivano segnati da prove, umiliazioni, sofferenze… Entrambi furono veramente il piccolo seme evangelico, che rinunciò, per amore, alla propria esistenza per generare una nuova vita, gratuitamente protesa ad amare e a servire la Chiesa: quella delle Sorelle salla Carità.
È la Parola che determina il significato e il dono della nostra denominazione: Sorelle della Carità, quindi sorelle dell’Amore, per l’Amore, nell’Amore, vergini consacrate nella Carità a Cristo, per la Chiesa. Per noi che siamo nate dalla Parabola del chicco di grano questa Parola ha un significato ben preciso: amare è dare la vita! Infatti la sorte del chicco del grano non presenta che due prospettive: essere macinato per diventare pane, essere seppellito per dare origine ad una nuova vita! Per questo la Carità è il “dono”, il “metodo di vita” e la “meta” che costantemente cerchiamo di perseguire.
È la parola della nostra fiducia nella quale sentiamo fortemente la paternità di Dio, che ci pensa, ci ama e ci dona le cose di cui abbiamo bisogno: l’umiltà delle scelte, del tratto, dei rapporti, delle opere; la disponibilità a crescere in questa dimensione di piccolezza, di provvisorietà, che ci fa essere “profeti” per l’efficacia di quella Parola operante nelle nostre piccole persone.
Sempre unita a Cristo in tutta l’opera di salvezza, presente alla nascita della Chiesa, Maria è sempre accanto a noi. Per radicata tradizione della nostra Famiglia Religiosa noi la veneriamo e la amiamo con intensissimo amore; consacrandoci a Lei, modello di vita, la nostra vocazione per essere trovate fedeli con la lampada accesa alla venuta.

Spiritualità Vincenziana
“Il cuore della nostra spiritualità è l’incarnazione del Figlio di Dio”
(San Vincenzo De’ Paoli)
Ogni fratello povero è Cristo da amare e servire.
“Attente ad armonizzare parole e fatti, testimoniamo la fede con la coerenza della nostra vita. Siamo segno della carità di Cristo servendo i poveri con dolcezza, comprensione, cordialità, rispetto e devozione …fedeli al carisma della nostra famiglia religiosa.” (Costituzioni, 50)
Spiritualità Teresiana
“Dio solo Basta!”
(Santa Teresa)
“Valorizziamo la figura di S. Teresa d’Avila approfondendo pagine scelte dei suoi scritti per meglio vivere il rapporto azione-contemplazione”
Nelle sue poesie Teresa esprime gli stessi temi che aveva svolto nelle preghiere. Teresa ama di amore ardente il suo Signore, brama di possederlo. Sente la vita come una lontananza angosciante da Dio e a più riprese ripete familiarmente: ” Muoio perché non muoio!”.

La farfalla e il grande Re
“Il castello è simile ad una perla orientale o ad un albero di vita che cresce nelle acque della vita, cioè di Dio. L’ anima in stato di grazia è come una sorgente limpidissima e le sue opere sono gradite a Dio e agli uomini. Le sette dimore del castello non sono poste una dietro all’ altra, in fila, ma concentriche. Al centro si trova l’ abitazione del Re. Lì siamo attese da Lui ed è unione perfetta”.
“Il Castello interiore”
- La prima stanza o dimora è l’orazione, porta che introduce alle altre dimore;
- nella seconda stanza l’ anima conosce se stessa, coglie la sua distanza da Dio e si sente chiamata da Lui;
- nella terza stanza: l’ anima si uniforma alla Volontà di Dio;
- nella quarta stanza l’ anima si abbandona all’ Amore e non necessita di uno sforzo personale se, come un bimbo, si affida a Dio;
- nella quinta stanza l’ anima muore a se stessa…
- nella sesta stanza l’ anima anela a possedere stabilmente Dio. E’ un desiderio immenso e intenso… Solo una porta separa ora la stanza nuziale dove è attesa dallo Sposo;
- nella settima stanza: l’ anima prova repulsione per la mediocrità e per tutto ciò che non è Dio, ama Dio con tutti i sensi, in modo pieno e totale. È felicità pura, estasi d’ amore.
